Come nasce lo zaino da trekking?

Lo zaino è l’icona per eccellenza dell’escursionismo, esso conserva per noi vestiti, viveri, attrezzatura, oggetti necessari e tutto quello che può servire durante la nostra escursione. Praticamente la nostra vita da escursionisti sta in uno spazio grande quanto un cuscino. Eppure non possiamo fare a meno di lui. Lo zaino infatti, insieme agli scarponi, è un elemento fondamentale e necessario per fare escursionismo e lo diventa ancora di più quando partiamo per trekking di più giorni. Una cosa che ho notato quando vado a fare itinerari in completa solitudine è la sua indispensabilità, e, come per questo, uno zaino raggiunga il rango di migliore amico: ci aiuta a sostenere il peso, porta tutte le nostre cose e ci tiene compagnia mentre camminiamo. Non mi stupirei se qualche volta, da soli, siete arrivati anche a parlare con lui cercando compagnia o solo un interlocutore, nella stessa maniera in cui il personaggio di Chuck Nolan cerca un dialogo con il pallone Wilson in “Cast Away”. Con tutte queste caratteristiche e il suo ruolo nella vita da escursionisti lo zaino è indiscutibilmente l’accessorio che descrive meglio il senso di libertà. Le foto che troviamo spesso in pubblicità, cataloghi e riviste, ce lo dimostrano, immortalando l’escursionista visto da dietro, evidenziando il suo fedele compagno. Non a caso l’espressione “zaino in spalla” (in inglese: back paking) è spesso usata come metafora del viaggio avventuroso che si affronta portandosi solo lo stretto necessario.